ARTICOLI In questa sezione, gli articoli si concentreranno su medicina narrativa, medical humanities ed etica della cura. Analizzando studi pubblicati su riviste scientifiche autorevoli, si tenterà di offrire un punto di partenza per un dialogo interdisciplinare che coinvolga tutti i professionisti della salute. L’obiettivo è contribuire alla costruzione di una pratica clinica più completa e personalizzata, che valorizzi sia l’efficacia degli interventi che la dimensione umana dell’esperienza di malattia

di Massimiliano Marinelli  e Silvia Seracini  16 luglio 2025

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Se un libro fa bene, perché non li leggiamo più?

… non avendo mai io avuto un dolore che un’ora di lettura non abbia dissipato. (G. Maupassant)

 Elogio della letteratura

Tra i tanti lasciti di Papa Francesco in una Lettera dedicata alla formazione sacerdotale, ma aperta alla formazione di qualsiasi cristiano, è intessuto un vero e proprio elogio della letteratura:

Nella lettura di un libro il lettore è molto più attivo. In qualche modo riscrive l’opera, la amplifica con la sua immaginazione, crea un mondo, usa le sue capacità, la sua memoria, i suoi sogni, la sua stessa storia piena di drammi e simbolismi, e in questo modo ciò che emerge è un’opera ben diversa da quella che l’autore voleva scrivere. Un’opera letteraria è così un testo vivo e sempre fecondo, capace di parlare di nuovo in molti modi e di produrre una sintesi originale con ogni lettore che incontra. Nella lettura, il lettore si arricchisce di ciò che riceve dall’autore, ma questo allo stesso tempo gli permette di far fiorire la ricchezza della propria persona, così che ogni nuova opera che legge rinnova e amplia il proprio universo personale. (3)

la letteratura, continua Papa Francesco

ci prepara a comprendere e quindi ad affrontare le varie situazioni che possono presentarsi nella vita. (17).

Riprendendo quanto affermato da Jorge Luis Borges, una dimensione essenziale della letteratura che, in qualche modo, la definisce: ci permette di “ascoltare la voce di qualcuno”. (20)

Il racconto e Paul Ricoeur

I passi della Lettera citati ci conducono per assonanza alla concezione di Paul Ricoeur sul ruolo della letteratura come laboratorio di esperienza umana e sul potere trasformativo del racconto. Nel suo “Tempo e racconto” (1986), Ricoeur sviluppa il concetto di tripla mimesis, rivelando come la letteratura non sia un mero specchio della realtà, ma un potente strumento di rifigurazione del mondo.

Mimesis 2, o la configurazione narrativa, (Ricoeur, 1986 pp. 108-116) rappresenta il momento in cui l’autore organizza gli eventi in una trama coerente. Non si tratta di una semplice imitazione della realtà, ma di fornire un senso all’esperienza umana che si svolge nel tempo. È qui che la letteratura inizia il suo lavoro di laboratorio, sperimentando con nuove connessioni e significati.

Mimesis 3, o rifigurazione, (Ricoeur, 1986 pp. 117-124) è il punto cruciale in cui il mondo del testo incontra il mondo del lettore. Attraverso l’atto della lettura, il lettore non solo comprende la narrazione, ma la applica alla propria vita, aprendo nuovi orizzonti di possibilità, permettendo di immaginare modalità nuove di abitare il mondo, trasformando la nostra comprensione della realtà e di noi stessi.

In questo senso, come affermato anche da Papa Francesco, la letteratura diventa un terreno fertile per l’esplorazione e la sperimentazione dell’esperienza umana. Ogni racconto offre al lettore l’opportunità di vivere vite alternative, di confrontarsi con dilemmi etici e di espandere la propria comprensione del mondo. La letteratura diviene, quindi, uno strumento essenziale per la crescita personale e la comprensione collettiva.

Medicina narrativa e letteratura

La MN di Rita Charon è figlia di Ippocrate e della letteratura. Gli affilati strumenti della letteratura sono stati usati per raggiungere una competenza narrativa capace

“di riconoscere, recepire, interpretare le storie di malattia e reagirvi adeguatamente” (Charon, 2006, p.1).

Tra questi strumenti, la close reading (lettura ravvicinata/attenta) nato come un metodo di analisi approfondita di un testo, Consiste nell’esaminare attentamente ogni elemento del testo, dalla singola parola alla struttura complessiva, al fine di comprenderne il significato più profondo.

In pratica, si tratta di un’analisi dettagliata che:

  • Focalizza l’attenzione sui dettagli: Ogni parola, immagine o figura retorica viene esaminata per comprenderne il ruolo e il contributo al significato complessivo.
  • Indaga la struttura: Viene analizzata la struttura formale del testo, l’organizzazione delle idee e l’utilizzo di specifici schemi letterari.
  • Esclude elementi esterni: L’interpretazione si basa esclusivamente sul testo stesso, senza considerare informazioni esterne o conoscenze preesistenti.

Per tali motivi Charon ha dedicato il capitolo n° 7  alla Close reading (Charon, 2017) che riconduce all’impegno primario della MN nello sviluppo di un’attenzione profonda e accurata verso i racconti personali che vengono narrati e ascoltati nel contesto delle cure, al fine di migliorare l’assistenza sanitaria e il mutuo riconoscimento delle persone che cercano aiuto per la loro salute Ciò ha portato anche alla creazione di ospedali narrativi (Delorenzo, 2022), in modo da creare ambienti dove

l’ attività di lettura accurata (close reading) di testi letterari, visivi o musicali, scrittura creativa, espressiva, autobiografica o riflessiva (Delorenzo, 2022 p.)

sia inserita sistematicamente nello spazio di lavoro .

Eppure si leggono sempre meno libri

L’Istat ha recentemente pubblicato in Noi Italia in breve alcune statistiche relative alla lettura dei libri in Italia e si evidenzia come nel 2023 nella popolazione di 6 anni e più la quota di lettori di libri sia il 40,1%. Tra questi, il 43,7% legge fino a 3 libri l’anno, mentre i “lettori forti” (12 o più libri letti in un anno) sono il 15,4%. La lettura di libri è soprattutto prerogativa della componente femminile della popolazione e dei giovani. Nel Mezzogiorno si registra una minore propensione alla lettura (28,5%). (ISTAT 2024 p.4) I libri in formato digitale non hanno sorte migliore, in quanto solo il 12,9% per cento degli utenti di Internet hanno utilizzato la rete per accedere ai libri in formato digitale (ISTAT 2024 p.4).

E nemmeno si può dire si utilizzi la rete per fruire di contenuti culturali, vista l’ultima posizione dell’Italia su scala europea.(ISTAT 2024 p.5)

Il programma Reading for Wellbeing

Ci si potrebbe chiedere chi o che cosa abbiano preso il posto della letteratura e del libro nella vita dei non-lettori: le storie di Instagram, le serie di Netflix, le chat AI?, ma questa è un’altra storia, che forse varrebbe la pena di raccontare.

Per ora, per ribadire l’importanza della lettura si presenta con piacere l’articolo pubblicato su Medical Humanities, dove la lettura per piacere si rivela uno strumento per promuovere il benessere mentale, facilitare la connessione sociale e migliorare il senso di autoefficacia.

ll progetto RfW è stato ideato per promuovere la lettura per piacere in aree caratterizzate da elevati livelli di disagio socioeconomico del Nord-Est dell’Inghilterra. L’obiettivo principale era quello di superare le barriere che impediscono a molte persone di avvicinarsi ai libri, offrendo loro l’opportunità di scoprire il piacere della lettura in tutte le sue forme, dai classici ai fumetti, dagli audiolibri alle riviste.

Si è basato su operatori di lettura comunitaria per facilitare l’accesso ai libri e coinvolgere le popolazioni target.

Utilizzando un approccio metodologico realistico, lo studio ha cercato di comprendere i meccanismi d’azione e i risultati riportati.

Lo studio dimostra quanto la lettura possa trasformarsi in un atto di cura del sé, uno spazio sicuro in cui le persone possono riflettere su temi complessi, esplorare emozioni profonde e condividerle con gli altri.

Uno degli aspetti più interessanti del programma è stato il ruolo della lettura di gruppo. I partecipanti hanno evidenziato quanto la lettura in compagnia non solo arricchisca l’esperienza stessa del libro, ma anche faciliti la connessione tra le persone. Discutere delle storie lette ha permesso ai partecipanti di conoscersi meglio, sviluppando empatia e rispetto reciproco.

Un particolare punto di forza del RfW è stato il modo in cui ha incentivato i partecipanti a sentirsi più efficaci nella gestione del proprio benessere. Scegliere di dedicarsi alla lettura non è solo un passatempo, ma un impegno attivo verso il proprio miglioramento. I partecipanti hanno riferito di sentirsi più motivati e capaci di affrontare sfide personali grazie al potere trasformativo dei libri.

Il progetto nati per Leggere

Sviluppato dall’Associazione Culturale Pediatri, dall’Associazione Italiana Biblioteche e dal CSB Centro per la Salute del Bambino Onlus, Nati per Leggere è un programma nazionale di promozione della lettura che si rivolge alle famiglie con bambini da 0 a 6, cioè non solo prima dell’acquisizione della competenza alla lettura in età scolare ma anche prima dello sviluppo del linguaggio.

Dal 1999, tale iniziativa ha l’obiettivo di promuovere la lettura in famiglia sin dalla nascita proprio perché l’evidenza scientifica dimostra che i primi anni di vita sono fondamentali per la salute e lo sviluppo intellettivo, linguistico, emotivo e relazionale del bambino, con effetti significativi per tutta la vita adulta.

Il progetto si ispira a studi ed esperienze condotte presso il Boston Medical Center che hanno portato, tra gli anni ottanta e novanta, all’affermazione, negli Stati Uniti, della iniziativa originaria Reach Out and Read a cui hanno fatto seguito altre in diversi contesti territoriali, fra cui la britannica Bookstart sorta nel 1992.

Biblioterapia

Al di là del contesto pediatrico, sono sempre più gli psicologi, i sociologi e gli addetti ai lavori nel campo dell’editoria a sostenere che la lettura di un libro promuove il benessere, la crescita personale e aiuta ad affrontare difficoltà emotive o psicologiche.

Il termine biblioterapia appare per la prima volta nel 1916 in un articolo di Samuel Crothers apparso sull’Atlantic monthly. Oggi viene chiamata anche Shared Reading per evitare la concezione “sanitaria” che la parola originaria fraintende e può essere definita come l’utilizzo creativo e ragionato dei libri per raggiungere obiettivi grazie alla guida o l’intervento di un facilitatore.

I libri hanno infatti il potere di connetterci con il mondo andando al di là della nostra storia personale, abbattendo il muro dell’isolamento spesso generato dalla sofferenza fisica o psicologica per favorire l’identificazione con i personaggi e la comprensione di sè.

Seguendo lo stesso ragionamento, la book therapy si basa sugli studi di Neil Frude, uno psichiatra gallese, ed è riconosciuta come vera e propria terapia dal servizio sanitario inglese. Il che non significa che si guarisca semplicemente leggendo un libro, ma di certo la lettura può costituire un tassello importante nel complesso di un più ampio trattamento.

Biblioteche e medicina narrativa

Sempre sul versante del rapporto fra biblioteche, medicina narrativa e biblioterapia, c’è anche il lavoro di Virginia Scarinci dal titolo Biblioteche e medicina narrativa: il ruolo del bibliotecario nei progetti di narrative based medicine in Italia, vincitore del premio Giorgio De Gregori 2021 [Premio Giorgio De Gregori promosso dai figli Luigi e Francesco e dall’AIB].

Attraverso il racconto di esperienze sul territorio nazionale (fra cui il caso dell’Istituto Superiore di Sanità, il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e l’Azienda ospedaliera Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria) la ricerca evidenzia il legame fra la medicina narrativa, intesa come metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa, e il ruolo attivo dei bibliotecari biomedici, in qualità di mediatori esperti nell’ambito di contesti sanitari, a metà strada fra pazienti e curanti.

Bibliografia

Charon, R. (2006). Narrative Medicine: Honoring the Stories of Illness (2006); tr. It: Medicina Narrativa onorare le storie dei pazienti, Raffaello Cortina Editore, Milano 2019, p. 1.

Charon, R., (2017) Close Reading: The Signature Method of Narrative Medicine, in Charon R. et al., The Principles and Practice of Narrative Medicine, Oxford University Press, New York.

Delorenzo C., Ospedali Narrativi, in Marinelli M., (2022) dizionario di Medicina Narrativa, parole e pratiche, Scholè, Brescia. pp.

Lettera del Santo Padre Francesco sul ruolo della letteratura nella formazione, Dicastero per la Comunicazione, – Libreria Editrice Vaticana 17 luglio 2024. accedi al documento

Ricoeur P., (1983) Temps et Récit tome 1, tr.id Tempo e Racconto volume 1, Jaca Book, Milano, 1986.

Sirisena, M., Lhussier, M., Kaner, E., Wearn, A., Gray, J., James, R., & Redgate, S. (2024). The book’s a conversation starter: A realist exploration of the salutogenic potential of reading for pleasure. Medical Humanities, 50, 504-512. open access

ISTAT, noi Italia in breve 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo edizione 2024 accedi al documento

https://www.natiperleggere.it/

https://reachoutandread.org/

https://booktrust-dev.cds.co.uk/what-we-do/programmes-and-campaigns/bookstart/#:~:text=Bookstart%20gives%20free%20books%20to%20every%20child%20in,reading%20together%2C%20resources%20and%20activities%2C%20and%20much%20more

https://biblioterapiaitaliana.com/

Scarinci, V., (2022) Biblioteche e medicina narrativa: il ruolo del bibliotecario nei progetti di narrative based medicine in Italia. Roma: Associazione Italiana Biblioteche (Premio “Giorgio De Gregori” 2021). 152 p. ISBN 978-88-7812-355-7.

Silvia Seracini

Nata ad Ancona, dove attualmente lavora come Responsabile Biblioteca Economico Giuridica Sociologica – Polo Villarey, Centro di Ateneo di Documentazione – Università Politecnica delle Marche (UNIVPM). Laureata in Economia e Commercio, ha conseguito il Master in Scrittura Cinematografica e Televisiva presso l’Istituto Superiore di Comunicazione di Roma. Alcuni suoi racconti sono stati premiati nell’ambito di concorsi letterari e pubblicati all’interno di antologie. Nel 2006 ha fondato l’associazione culturale RaccontidiCittà. Dal 2012 al 2024 ha coordinato per il MAB (Musei, Archivi e Biblioteche) Marche ‘Storie da musei, archivi e biblioteche’, concorso rivolto a tutti gli appassionati di lettura, scrittura e fotografia che si svolge nelle istituzioni culturali marchigiane