ARTICOLI In questa sezione, gli articoli si concentreranno su medicina narrativa, medical humanities ed etica della cura. Analizzando studi pubblicati su riviste scientifiche autorevoli, si tenterà di offrire un punto di partenza per un dialogo interdisciplinare che coinvolga tutti i professionisti della salute. L’obiettivo è contribuire alla costruzione di una pratica clinica più completa e personalizzata, che valorizzi sia l’efficacia degli interventi che la dimensione umana dell’esperienza di malattia
Massimiliano Marinelli Centro Studi SIMeN 16 aprile 2025
Ascolta l’articolo
La cura di sé
la cura dei curanti
premessa
Prima di presentare il documento ISTISAN curare i curanti pubblicato nel 2024, vorrei approfondire il concetto “cura di sé” sulla cifra della analisi “archeologica” di Foucault e in particolare sulla prima ora di lezioni tenuta il 6 gennaio 1982.
Nel corso delle sue lezioni al Collège de France, infatti, Michel Foucault, esplora il concetto di “cura di sé” (epimeleia heautou) come un elemento centrale nella filosofia antica, in particolare nel pensiero greco e romano, e nel suo rapporto con la nozione di “conosci te stesso” (gnôthi seauton).
Epimeleia heautou si traduce come “cura di sé”, “occuparsi di se stessi”, “preoccuparsi per se stessi”. una nozione greca estremamente complessa e ricca, oltre che assai diffusa, e che ha avuto una storia molto lunga nel corso di tutta quanta la cultura greca (p. 4). Foucault sottolinea che, contrariamente a quanto spesso si crede, la nozione di “cura di sé” precede e inquadra la prescrizione delfica del “conosci te stesso”(gnôthi seauton) (p.6) **che diviene **una sorta di applicazione concreta, precisa e particolare, della regola generale: è necessario occuparsi di se stessi, è necessario non dimenticarsi di se stessi, è necessario prendersi cura di se stessi (p.7). La “cura di sé” non è semplicemente un’introspezione passiva, ma implica un insieme di pratiche e atteggiamenti attivi.
Osserviamo alcuni risultati degli scavi archeologici sul concetto antico della cura di sé:
nella nozione di epimeleia heautou troviamo:
in primo luogo, il tema di un atteggiamento generale, di un certo modo di considerare le cose, di essere nel mondo, di realizzare determinate azioni, di intrattenere delle relazioni con gli altri. Il che significa che l’epimeleia heautou è un atteggiamento: verso di sé, verso gli altri, verso il mondo;
– in secondo luogo, l’epimeleia heautou rappresenta anche una certa forma di attenzione, di sguardo. Curarsi di se stessi implica infatti che si converta il proprio sguardo, (…) distogliendolo dall’esterno, dagli altri, dal mondo, e così via, per farlo convergere verso “se stessi. La cura di sé implica un certo modo di vigilare intorno a quel che si pensa e a quel che accade nel pensiero.
(…) – in terzo luogo, la nozione di epimeleia non designa semplicemente tale atteggiamento generale o tale forma di attenzione rivolta verso di sé. L’epimeleia designa sempre anche un certo numero di azioni, e precisamente quelle azioni esercitate da sé su di sé, quelle attraverso le quali ci si fa carico di sé, quelle per mezzo delle quali ci si modifica, ci si purifica, ci si trasforma e ci si trasfigura (pp. 12-13).
Questa premessa, forse un po’ troppo estesa, si conclude con l’augurio che il lettore, durante la lettura dell’articolo ‘curare i curanti’, possa integrare le riflessioni qui esposte in una visione più ampia della ‘cura di sé’. Come gli ‘scavi archeologici’ di Foucault ci hanno rivelato, questa cura non è limitata alla sola salute, ma si estende a ogni dimensione della vita umana, poiché ogni aspetto della nostra esistenza merita attenzione e sollecitudine. La ‘cura di sé’ si configura, quindi, come il principio guida di quella particolare e complessa forma di vita che è l’essere umano.
Vi auguro una buona lettura.
La Cura dei Curanti.
La salute degli operatori sanitari è un fattore imprescindibile per garantire la qualità dell’assistenza e la sostenibilità del sistema di cura. Le trasformazioni in atto – dalla crescente complessità dei bisogni clinici, alla carenza di personale, fino all’impatto emotivo e fisico di situazioni di emergenza come quella COVID-19 – hanno reso evidente l’urgenza di ripensare il benessere dei curanti. Il rapporto ISTISAN “Cura dei Curanti” pubblicato nel 2024 si propone di analizzare, in chiave multidimensionale, il burnout e lo stress degli operatori sanitari, offrendo nuove prospettive di intervento basate su un approccio bio-psico-sociale.
Un approccio multidisciplinare alla cura di sé
Il documento, elaborato da un gruppo multidisciplinare di esperte e esperti – che spaziano dal punto di vista sociologico, antropologico, psicologico, medico clinico fino a quello della sanità pubblica – evidenzia come la formazione tradizionale non abbia sempre valorizzato l’importanza dell’autocura. Il percorso formativo intrapreso dal gruppo “Cura dei Curanti” sin dal 2019 ha messo in luce il valore della resilienza, della comunicazione empatica e della riflessione continua sul proprio stato di benessere.
Nel primo webinar, ad esempio, il focus non era tanto sul burnout, quanto sul benessere: un invito a “prendersi cura di sé” prima ancora di poter prendersi cura degli altri. Questo concetto si ripete in tutto il rapporto, evidenziando come un ambiente lavorativo sostenibile e una cultura della cura possano contribuire a una migliore qualità della relazione terapeutica e, di conseguenza, a un’assistenza più efficace.
Le chiavi per comprendere il benessere dei curanti
Il rapporto si articola in diverse sezioni che esaminano le sfide del lavoro sanitario da molteplici angolazioni:
- Prospettiva Formativa: Un ciclo di attività e webinar dedicati alla prevenzione del burnout che ha sottolineato l’importanza di investire nella formazione continua per il personale sanitario.
- Analisi Sociologica: Una riflessione sul contesto socio-economico e culturale in cui opera il sistema di cura, mettendo in luce l’impatto delle dinamiche demografiche e organizzative sul benessere degli operatori.
- Punto di Vista Antropologico: La necessità di ristabilire un legame profondo tra cultura, narrazione e pratica clinica. Come osserva il rapporto:“La narrazione diventa, quindi, lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella relazione di cura (operatori, pazienti, caregiver) per costruire e individuare percorsi di ben-essere e ristabilimento della salute. La Medicina Narrativa è divenuta nel corso degli anni una prassi consolidata d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. La medicina narrativa offre la possibilità di cogliere il non detto, i silenzi, il disagio, la forza sottesa all’esperienza di eventi traumatici nella consapevolezza come sosteneva G. Flaubert che esprimere quello che sentiamo è sempre un’impresa difficile.” (p. 16)Questa visione evidenzia come il racconto personale e la condivisione delle esperienze possano rappresentare un valido strumento di autocura e di prevenzione del burnout.
- Aspetti Psicologici e Clinici: Un’analisi approfondita dei meccanismi di stress e delle strategie di coping, fondamentali per migliorare la capacità di autoregolazione emotiva del curante.
- Dimensione della Salute Pubblica: L’integrazione degli standard di autovalutazione per promuovere ambienti di lavoro sani e resilienti, capace di trasformare la cultura organizzativa in chiave salutogenica.
Il messaggio centrale che emerge dal rapporto ISTISAN “Cura dei Curanti” è chiaro: curare chi cura non è solo una necessità, ma un imperativo per garantire la sostenibilità del sistema sanitario. La multidimensionalità dell’approccio – che unisce elementi formativi, culturali, emotivi e organizzativi – offre nuovi strumenti e prospettive per creare ambienti di lavoro in cui la salute del personale sia al centro dell’azione.
Posto come un elenco che assomiglia ad una to do list
Priorità al benessere e alla resilienza degli operatori sanitari: Il malessere e il burnout hanno raggiunto livelli allarmanti.
Il benessere degli operatori è fondamentale per la salute del sistema sanitario e la qualità della cura. La salute del personale è un prerequisito per la salute del sistema.
Adozione del modello bio-psico-sociale: Necessario per comprendere e affrontare il benessere/malessere degli operatori, considerando fattori biologici, psicologici e sociali.
Superamento del gap culturale nella formazione: La formazione tradizionale non si concentra abbastanza sul benessere di chi cura.
Necessità di analizzare il contesto e fornire strumenti: Per migliorare le capacità di cura di sé (“intorno a se stessi”) e degli altri (“intorno alla cura”).
Importanza di un approccio multidisciplinare: Il gruppo “Cura dei Curanti” coinvolge diverse professionalità.
Considerazione delle problematiche comuni: Eccessivo carico burocratico e aspettative dei pazienti.
Prospettiva “umanizzante” della cura: Tenere conto degli aspetti culturali, emotivi e sociali. La medicina narrativa è uno strumento importante.
Stretta correlazione tra benessere lavorativo e personale: Il disagio personale influisce sulla professionalità.
Importanza della formazione alla relazione: Sviluppare competenze tecniche (“saper fare”) e attitudinali (“saper essere”).
Ruolo cruciale della pratica riflessiva e delle tecniche comunicative: Essenziali per il benessere del paziente.
Strategie di coping e gestione dello stress per gli operatori: Da affiancare a interventi sistemici di prevenzione organizzativa.
In quest’ottica, la Medicina Narrativa si pone come alleata preziosa, capace di trasformare l’esperienza soggettiva in una risorsa per l’intera comunità sanitaria, favorendo un processo di introspezione e di crescita personale e professionale, consentendo “alla persona di ricostruire secondo un ordine logico-sequenziale sentimenti di paura, ansia, dolore, sofferenza connessi all’evento malattia” (p. 16)
Esistono dei temi fondamentali che risuonano nel documento e possono essere sviluppati secondo il registro proprio della medicina narrativa: ad esempio, una concezione allargata della cura, il rapporto tra professionista della salute ed emozioni, il ruolo dell’empatia nel burn out ed altri che troveremo certamente assieme
Questa prima riflessione, infatti, vuole essere un punto di partenza per una serie di approfondimenti dedicati alla cura di sé da parte degli operatori sanitari.
Invitiamo tutti i lettori – operatori sanitari, formatori, esperti di medicina narrativa e appassionati del tema – a condividere le proprie esperienze e riflessioni. Cosa ne pensate della storia antica di epimeleia heautou? E’ così lontana da non appartenerci più, oppure può dirci ancora qualcosa ?Pensate che la cura di sé possa coniugarsi nella pratica quotidiana ? Lasciate un commento o contattateci per proseguire insieme questa discussione appena avviata.
Bibliografia
rapporto ISTISAN “Cura dei Curanti
Foucault, M. (2004). Ermeneutica del soggetto: Corso al Collège de France (1981-1982) (M. Bertani, Trad.). Giangiacomo Feltrinelli Editore. (Opera originale pubblicata nel 2001 con il titolo L’herméneutique du sujet: Cours au Collège de France 1981-1982).